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Parolisi condannato all'ergastolo si dispera nel penitenziario di Castrogno

Teramo - 26 ottobre. Questa sera il giudice monocratco Marina Tommolini, arrivando in aula poco prima delle 20. 00, ha emesso il verdetto, pesantissimo, nei confronti del caporalmaggiore di Frattamaggiore Salvatore Parolisi: ergastolo per omicidio volontario pluriaggravato, interdizione perpetua dai pubblici uffici, perdita della patria potestà genitoriale. La giudice ha inoltre liquidato una somma complessiva di 2 milioni di euro a favore delle parti lese, stabilendo una provvisionale di un milione di euro all' unica figlia della vittima e 500.000 euro pro capite ai genitori di Carmela Rea uccisa all'età di 28 anni.

Parolisi, assente durante la lettura del verdetto, ha saputo della condanna dal proprio legale Walter Biscotti, ma solo dopo i primi momenti di freddezza, è crollato in un pianto disperato. Oggi in aula l'imputato era apparso, invece, muto ed impassibile durante quest'ultima udienza del processo di primo grado, accusato di un delitto tanto efferato. L' omicidio di Carmela Rea, Melania per tutti, moglie del trentenne caporale originario della provincia di Napoli, avvenne il 18 aprile del 2011 tra le 14.30 e le 15. 20 con 35 coltellate. Il corpo della donna fu ritrovato solo dopo due giorni nel bosco di Ripe di Civitella in provincia di Teramo.
Nel primo pomeriggio di oggi il giudice Marina Tommolini si era ritirata in camera di consiglio, mentre l'imputato attendeva la sentenza in una camera di sicurezza dell'edificio. L'uomo è detenuto nella cella numero 35 del penitenziario di Castrogno dal 19 luglio del 2011, là dove è stato riaccompagnato dopo il processo e dove potrebbe restare vita natural durante se nel giudizio d'appello la sentenza restasse invariata.
L'udienza di oggi si era conclusa con le due repliche alla difesa, quella del legale di parte civile Mauro Gionni e della pubblica accusa, il pm Davide Rosati.

Nicodemo Gentile e Walter Biscotti, i difensori di Salvatore Parolisi, avevano tenuto le proprie arringhe senza trascurare alcun tipo di opposizione all'accusa, secondo cui l'uomo fornì un falso alibi, si macchiò di vilipendio del cadavere (confermato dalla sentenza) della moglie 28enne, uccisa nello stesso luogo dove fu ritrovata. La donna quindi fu ammazzata dal marito, afferrata vilmente alle spalle e poi colpita ripetutamente con un' arma da taglio, sebbene mai trovata: è quanto ha sempre sostenuto il pm con conseguente richiesta di ergastolo per il militare di Frattamaggiore, il massimo della pena detentiva in carcere.
I legali Gentile e Biscotti puntando sull'insufficienza delle prove oggi si erano rivolti al giudice chiedendo la piena assoluzione del loro assistito per non aver commesso il fatto, quindi anche per l' insussistenza del reato di vilipendio del cadavere, per le prove scientifiche favorevoli alla difesa e per la scarsa attendibilità degli oltre 50 testimoni ascoltati dalla Procura.
In ogni caso "se ci sarà la condanna - aveva dichiarato qualche ora fa il fratello della vittima, Michele Rea - per noi sarà comunque un grande dolore, anche perché Vittoria perderà il padre". Vittoria è la bambina che il giorno in cui la mamma fu uccisa sarebbe stata in compagnia del papà, secondo l'alibi indimostrato fornito dal Parolisi, ma la piccola che aveva solo 18 mesi non ha mai potuto raccontare né dove né con chi si trovasse.
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M. Todaro

 

 

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